Al di fuori

2011 – Rhuà – Vento

Rùah- Vento

“Ho saputo guardare lontano perchè sono stato sulle spalle dei giganti”

Newton

Quello che stupisce, nel camminare in montagna, è come i tuoi piedi possano portarti così lontano: in cima, dove il sotto si ferma per lasciare posto al rumore del vento: “rùah” (in ebraico), l’unica cosa che non smette.

A volte esistono più strade da seguire, fatti da quelli passati prima, sentieri col tempo diventati letti di fiumi o andati persi col cambiare delle stagioni, rotte di cui non rimane traccia.

“I popoli residenti sotto le montagne hanno spesso piazzato le divinità sui monti, non per onorarli dal loro piano inferiore, piuttosto per tenerli a distanza. I greci, i tibetani, hanno rispettato l’isolamento, a quei monti non sono saliti… Ora (nell’ascesa), resta il vento per barriera tra gli Dei e gli uomini…”

Esiste un modo di sentire diverso in montagna, quando si cammina svuotati di fiato e fatica; come un calzino girato, d’un tratto emerge ciò che sei, il dritto e il rovescio di ogni cosa.

Quello che mi interessa evidenziare in questo lavoro è l’attraversamento, così come si fa scorrere il dito su di una carta topografica: per arrivare in questo spazio di tempo assoluto, oltre la cima, un rigo bianco, una pausa…

Si entra in un’altra dimensione che sa di terra quanto sa di cielo, il vuoto si fa denso, le parole respiro, l’allontanamento vicinanza.

TECNICHE E MATERIALI

Stampe fotografiche (originate da una biesposizione- sovrapposizione di due immagini differenti) su dibond con superficie specchiante (costituita da un foglio di alluminio lucidato a specchio).

Questo materiale non è soggetto a deformazioni dovute a sbalzi termici o a usura nel tempo ed è leggero.

I due pannelli di 150x 150cm avranno uno spessore di 0,3/0,5 mm circa; sul retro verranno posti dei distanziatori ( barre di alluminio a forma di U spessi 2 cm ) e saranno fissati a parete con dei tasselli a L .

I due pannelli è come se fossero due finestre che si aprono verso il dentro e il fuori della realtà che li circonda. Contengono al loro interno non solo ciò che sta dentro a un’immagine, ma anche ciò che gli sta di fronte o più semplicemente intorno; un immagine fissa (fotografata), sovrapposta-sottoposta all’azione del presente che muta e si trasforma (riflesso), così come accade nel vivere quotidiano.

SPECIFICA TECNICA

Del lavoro vi allego dei particolari montati sul alluminio. Essendo stati stampati su di una pellicola adesiva poi applicata, i colori sono meno saturi di come sarà l’effetto finale con una stampa diretta sul materiale.

Citazione tratta dal libro di Erri de Luca: “Sulla traccia di Nives”

The art and the senses
Every means has its limits:
the music is blind,
the painting is silent
the paralytic sculpture

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